Su come aggiornare il bios nelle schede Gigabyte ho parlato ampiamente nel numero 82 di Fuori serie che puoi consultare nel sito
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se ti servono ulteriori dettagli. Il bios/uefi non si aggiorna così tanto per giocare, la mia scheda aveva la versione f3 e l’ho aggiornato perché nella versione f4 avevano messo a posto un qualcosa che riguardava il voltaggio del processore e mi sembrava importante e già che c’ero ho messo l’ultima versione disponibile ad agosto 2017 e cioè la f7 ma me ne sono quasi pentito (vedi il problema con l’avvio da cd nell’articolo su come cambiare la sequenza di boot del masterizzatore senza entrare nel bios). Ero quasi tentato d’aggiornarlo da windows ma ci ho rinnunciato perché, come sa bene chi non vede, la sintesi vocale a volte interferisce e non era il caso che lo facesse in un’operazione così delicata. Ma, come abbiamo visto, la barra braille usata in dos rallenta tantissimo le operazioni nelle schede madri Gigabyte ga-z170-hd3p e ga-z270-hd3p. Naturalmente non era nemmeno il caso d’aggiornarlo tramite q-flash dall’interno del bios che oltretutto in queste schede non è nemmeno stampabile tramite parallela come invece si poteva fare con la ga-p55a-ud3. Per tanto, per aggiornare il bios della ga-z270-hd3p o schede simili di Gigabyte suggerisco di procedere come segue:
1) crea una chiavetta avviabile con freedos modificando successivamente il config.sys e l’autoexec.bat in base alle tue esigenze. Quest’ultimo file non dovrà caricare sintesi o barre braille per non interferire con l’operazione di aggiornamento del bios; come ultima riga mettici invece il programma warble.exe in modo d’avere un suono all’avvio;
2) una volta scompattato il file del bios scaricato dal sito di gigabyte, rinomina l’autoexec.bat che era al suo interno con un nome semplicissimo di una sola lettera, ad esempio a.bat, in modo che sia semplice richiamarlo “al buio”. Questo file contiene il comando per far partire efiflash ed aggiornare il bios al quale però è bene aggiungere l’opzione /r per fare in modo che il computer si riavvii una volta che avrà terminato l’aggiornamento consentendoti di capire se l’operazione è andata a buon fine. In pratica, a parte il nome del bios che cambia da versione a versione e da scheda a scheda, la riga presente nel bat dovrà essere come questa:
efiflash z270hd3p /r
copia questo file, il file del bios e l’applicazione efiflash.exe nella chiavetta creata al punto 1;
3) se il computer da aggiornare ha già un sistema operativo, scollega l’hard disk in modo che, una volta inserita, parta solo da chiavetta senza intervenire nel bios per la sequenza di boot o agire con f12 per la sessione di lavoro corrente. Fai uno o due avvii in modo da testare che la chiavetta funzioni e ovviamente te ne accorgi dal suono;
4) adesso richiama il file a.bat e, per la ga-z270-hd3p, attendi circa tre minuti nei quali senti la cpu che lavora a causa delle variazioni di velocità della ventola. al termine il computer si spegne per qualche attimo e si riaccende automaticamente ed il gioco è fatto.
All’avvio questa scheda fa girare velocemente la ventola cpu che si stabilizza alla velocità più bassa dopo qualche attimo. Dopo aver aggiornato il bios, nei primi due riavvii il periodo in cui la ventola cpu girava velocemente erano più lunghi ma poi è tornata come in passato. Il motivo per cui ho fatto un file bat specifico per avviare il lavoro, è che nell’usare l’opzione /r per riavviare ed avere così un riscontro del lavoro terminato non sapevo se il programma efiflash è intelligente fino al punto d’accorgersi che il bios è già aggiornato o se, avendo messo l’opzione /r nellautoexec, continua a riavviare e ariaggiornare in un loop senza fine da cui uscendo crei solo dei pasticci. Come in passato, il manuale della scheda non scrive nulla sull’aggiornamento del bios tramite dos ma se mettono il programma per farlo è ovvio che si tratta di una cosa prevista e che a farlo non sono solo i non vedenti, anzi, e mi sento a disagio nel dirlo perché non mi piace darmi delle arie, forse in Italia l’unico cieco che ha già aggiornato due volte il bios sono io mentre personalmente sarei più contento se altri non vedenti facessero questa e altre cose senza ricorrere al tecnico se non altro per cercare di debellare quell’assurda mentalità ancora molto in voga nel 2017 per la quale si pensa ad un non vedente solo come a uno che suona, che massaggia o che risponde al telefono; sono lavori dignitosi e utili ma al mondo non ci sono solo quelli e le persone sono fatte anche di altro.