Si tratta di un mid-tower apparso sul mercato nei primi mesi del 2009 ancora in vendita ed ancora molto attuale. Nel titolo ho riportato la sigla completa con cui la Cooler Master lo cataloga ma per ragioni di semplicità durante questo articolo lo chiamerò con il solo nome commerciale Gladiator 600.
Di questo cabinet ho già detto qualcosa quando ho parlato dell’alimentatore silent pro ma non l’avevo e quindi non potevo parlare per esperienza diretta come invece posso fare ora. Come il centurion 5 della stessa marca, anche il gladiator 600 merita l’attenzione del blog per certi particolari che non si trovano in tutti i cabinet e che magari un non vedente ha qualche difficoltà in più a conoscere per l’impossibilità di guardare le immagini in internet. Quanto poi ai negozi… Beh, spesso certe cose non ci sono e quando le ordini te le devi tenere anche se magari non ti piacciono.
Secondo una recensione un po’ di parte che ho letto in internet, il rapporto qualità prezzo di questo cabinet è molto elevato tanto da poterlo considerare un case di fascia “Alta” e non di fascia media o media-alta come invece è. Quando leggo queste cose resto sempre dubbioso e leggermente scocciato perché mi dico: figurati se la Cooler Master si mette a fare della beneficenza! Per poter continuare ad esistere, le ditte devono guadagnare e non regalare. E siccome mi piace dire le cose come stanno, metterò in evidenza anche qualche pecca che probabilmente contribuisce a mantenere il prezzo simile ad un centurion 5 II o di un centurion 5, dei quali ho parlato in passato, pur inserendoci caratteristiche più elevate. Siccome il centurion 5 II non l’ho mai avuto, confronterò il gladiator 600 solo con il centurion 5 rispetto al quale si nota subito una minore robustezza specialmente per quel che riguarda la cornice delle mascherine anteriori che è tutta in plastica mentre quella del centurion 5 aveva i lati lunghi in alluminio che oltre a dare un tocco di estetica davano anche un po’ di solidità in più.
Il pannello anteriore del Gladiator 600 è costituito da cinque alloggiamenti per unità esterne da cinque pollici e un quarto, manca quello da 3 pollici presente invece nel centurion 5 ed è proprio per questo che assieme al cabinet viene fornito un frame in plastica per installare un’unità da 3 pollici su una da cinque.
Sotto agli alloggiamenti, circa a metà cabinet, troviamo i comandi e le prese: un tasto grandissimo per il power, uno più piccolo che accende e spegne l’inutile led blu della ventola anteriore.
Nota: il led di una ventola serve solo all’estetica ed il pulsante per accenderlo e spegnerlo fa aumentare inutilmente il prezzo del cabinet. Sarebbe stato meglio avere una ventola senza led e senza interruttore per accenderlo e spegnerlo ma che ci fosse il sesto alloggiamento per le unità esterne da tre pollici.
Troviamo poi il reset assai piccolo. E’ talmente minuscolo che anche la recensione un po’ di parte che ho letto l’ha quasi ammesso. Chi ha potuto incontrarmi di persona sa che ho le dita assai sottili e tuttavia faccio fatica ad usarlo con il mignolo e per chi ha le dita grosse… Lasciate ogni speranza voi che le avete ed utilizzate una penna o qualche altro oggetto appuntito. E pensare che per mettere un tasto un po’ più grosso c’era un sacco di spazio! Ci sono poi due prese usb 2.0, una presa esata di cui nella recensione si dice che è possibile staccare il cavo quando non viene utilizzata. Il cavo naturalmente si trova all’interno del cabinet e probabilmente tirandolo si staccherà, certo è che si trova in una posizione che se per caso lo vuoi infilare nuovamente devi trafficare un bel po’ e quindi tanto vale lasciarlo lì anche se per il momento non adoperi la presa esata. Tra l’altro, le schede madri attuali hanno un sacco di prese sata che per un uso domestico del computer difficilmente vengono tutte utilizzate e quindi tanto vale collegare ad una di esse il cavo della presa esata anche se per il momento non hai un dispositivo esterno da metterci. Ci sono poi le solite prese jack per il microfono e l’uiscita audio.
Sotto ai comandi e le prese troviamo la gabbia degli hard disk con cinque alloggiamenti da 3 pollici accessibili ovviamente dall’interno del cabinet. A proposito di questi alloggiamenti, in internet puoi trovare la seguente descrizione che può ingannare chi non vede le figure: cinque alloggiamenti da 3 pollici visibili e uno nascosto. Il fatto che siano visibili non significa che comunichino all’esterno del cabinet. L’alloggiamento nascosto non è altro che lo spazio esistente tra il primo alloggiamento per gli hard disk e l’ultimo per le unità esterne. In questo spazio non ci si può infilare un hard disk e non so come possa essere utilizzato anche perché il montaggio di un componente sarebbe ostacolato dal passaggio dei cavi che vanno al pannello frontale.
Prima di togliere il pannello anteriore, che come nel centurion 5 è tutto forellato e ricoperto di spugna al suo interno per impedire per quanto possibile il passaggio della polvere, togliamo il pannello sinistro e destro del cabinet entrambe avvitati con viti a mano; nel centurion 5 c’erano viti a mano solo sul pannello sinistro perché, contrariamente a quanto serve fare nel gladiator 600, non c’era la necessità di togliere il pannello destro. Dentro al cabinet troviamo una scatola di cartone con il frame per un’unità da 3 pollici, le viti ed i supporti per il montaggio della scheda madre, le fascette per tenere a posto i cavi, le guide per gli hard disk, l’altoparlante del pc e un filtro che sembra una minizanzariera! Le fascette per stringere i cavi sono di quelle che una volta strette l’unico modo per toglierle è quello di tagliarle e per essere più veloce a togliere i cavi in caso di necessità io non le uso mai. L’altoparlante del pc è costituito da una capsulina con due fili assai corti ed il solito connettore. Si tratta di una soluzione economica che risparmia il costo di un vero altoparlante ed il filo per collegarlo alla scheda madre con la conseguenza di un suono assai flebile difficile da sentire quando hai le finestre aperte e dei beep molto corti; l’altoparlante del centurion 5 è tutta un’altra musica! Delle guide per gli hard disk e del filtro parlerò poi.
Contrariamente al centurion 5, la scanalatura posta anteriormente sotto il cabinet che serviva a togliere il pannello frontale qui non sembra dare alcun effetto. Nella recensione che ho letto si dice di toglierlo premendo i piloncini del pannello frontale che sporgono sul bordo all’interno del cabinet. Fai questa operazione partendo dall’alto e contemporaneamente disincastrando il pannello. Ad differenza del centurion 5, puoi notare che le mascherine del pannello appena tolto non sono fissate con viti che in realtà erano inutili ed è stato bene risparmiare. Ad eccezione di quella superiore che ne ha due, ogni mascherina ha una linguetta per lato e per toglierla basta spingere la linguetta verso l’esterno e contemporaneamente spingere la mascherina verso l’interno della cornice. Peccato che l’incastro sia un po’ più fragile rispetto a quello del centurion 5. Quattro alloggiamenti per unità esterne non sono ancora accessibili perché coperti dalle solite mascherine a strappo che abbiamo visto in passato di cui non conoscevo l’utilità. Ho letto che servono a trattenere la polvere però secondo me sono assai poco utili visto che hanno fori assai larghi mentre per la polvere ne basta uno minuscolo e quindi le ho tolte tutte come al solito.
Come avveniva per il centurion 5, per il fissaggio delle unità esterne come i masterizzatori non servono viti ma basta tirare l’apposita leva verso la parte anteriore del cabinet anche se di primo achito nel gladiator 600 sembra non esserci la possibilità di bloccarla a causa della mancanza dell’apposito pulsante. In realtà, una volta tirata la leva, basta abbassarla avvalendosi dell’apposita zigrinatura posta su di essa.
Contrariamente a quanto avviene per i cabinet tradizionali, gli hard disk vanno montati con il lato corto rivolto al pannello destro e sinistro del cabinet come segue. Per montare un disco occorrono due delle guide in plastica che abbiamo trovato dentro la scatola. Analizzandole possiamo vedere che hanno un estremo leggermente ricurvo verso l’esterno e quello sarà il lato che dovrà essere rivolto verso il pannello sinistro del cabinet. Hanno anche due piloncini che andranno infilati là dove di solito mettiamo le viti sul disco e quindi sul lato lungo del componente. Tenendo ferme le guide, infiliamo l’hard disk dal lato sinistro del cabinet spingendolo fino a quando sarà bloccato da un apposito fermo che risiede sul lato opposto e da uno scatto. Pur non essendo strettamente necessario, è bene che l’hard disk sia montato in modo che i contatti per i cavi siano rivolti verso il pannello destro del cabinet in modo da non esserne intralciati quando apriremo il computer togliendo solo il pannello sinistro. Per togliere il disco basta premere leggermente verso l’interno e tirare l’estremità ricurva delle guide che sono rimaste verso il pannello sinistro e che sporgono leggermente dalla gabbia degli hard disk. Con i dischi girati in questo modo si guadagna spazion nel cabinet e, in caso di rimozione, si evita il pericolo di mandarli a sbattere contro le schede montate sugli slot della scheda madre.
In corrispondenza dell’all’oggiamento per l’alimentatore che, come scritto nell’articolo dedicato al silent pro si trova in basso, il fondo del cabinet è forellato in modo da poterci montare un alimentatore con ventola in pancia senza doverlo capovolgere. Sopra a questo alloggiamento, la parete posteriore del cabinet prosegue con i classici sette lamierini che coprono gli alloggiamenti per schede e prese aggiuntive che si montano allo stesso modo del centurion 5 (e quindi senza viti) e che continuano ad avere gli stessi problemi segnalati in passato.
Il cabinet può ospitare una scheda madre di tipo atx o micro-atx ed il fondo in cui la si appoggia ha molti punti di fissaggio in modo da potersi adattare a schede con disposizione dei fori di fissaggio diversi. Il fondo in cui si appoggia la scheda madre ha cinque fori abbastanza larghi di cui due sono descritti nella recensione che ho letto mentre altri due sono solo accennati come commento ad una delle foto che l’accompagnano. Il quinto non viene menzionato e non so se sia visibile nella foto che ritrae il fondo del cabinet. Due di questi fori saranno parzialmente coperti dall’alimentatore il quale, pur coprendo tutta la superficie dei due fori, rimane leggermente scostato dal bordo di essi a causa del punto in cui va avvitato. Ne consegue che sul fondo del cabinet, cioè sulla paratia che si trova tra il pannello destro e la scheda madre, avremo due incavi dove è possibile inserire cavi in eccesso. Ci sono due modi per far andare i cavi in quel luogo: il primo è quello di farli passare per il terzo foro presente sul fondo del cabinet che si trova al termine dell’alimentatore andando verso la parte anteriore del case. Il secondo è quello di farli passare nello spazio esistente tra la gabbia dei dischi ed il fondo in cui va avvitata la scheda madre. La recensione dice che è possibile far passare i cavi nel foro accanto all’alimentatore e mandarli quindi sul retro tra il pannello destro ed il fondo in cui è avvitata la scheda madre dove possono essere fissati con delle fascette inserite in apposite asole a forma di “D” e poi farli rientrare a qualsiasi altezza. Non è vero. Non si possono far rientrare a qualsiasi altezza visto che sopra la gabbia dei dischi non c’è lo spazio per poterlo fare a meno di non farlo attraverso il foro che si trova all’estremo superiore del pannello, quello non menzionato nella recensione. La cosa sarebbe assai scomoda come vedremo dagli esempi che seguono. Fin che si tratta di alimentare solo degli hard disk tutto va bene. Il cavo esce dall’alimentatore, entra nel foro accanto ad esso andando tra il pannello destro e la paratia della scheda madre senza scocciare e rovinare l’estetica. Poi lo faccio rientrare usando lo spazio tra la gabbia dei dischi ed il fondo e lo collego a uno o più hard disk. Ma se con un unico cavo desidero alimentare l’hard disk e il masterizzatore che si trova nell’alloggiamento superiore del cabinet, probabilmente capiterà quello che è successo a me e cioè che sia troppo corto per aver sprecato centimetri preziosi nel farlo andare nel retro. Analogamente, il foro non menzionato nella recensione che si trova all’estremo superiore del pannello, potrebbe andar bene per far rientrare un cavo con il quale alimentare il masterizzatore posto nell’alloggiamento superiore del cabinet ma i centimetri rimanenti dello stesso cavo non mi permetterebbero di alimentare un hard disk a causa del percorso tortuoso che gli ho fatto fare (prima mandandolo in alto e poi facendolo ritornare verso il basso). Per tanto non ho usato il foro accanto all’alimentatore limitandomi ad usare lo spazio tra la gabbia dei dischi ed il fondo in cui è avvitata la scheda madre.
Sempre sulla paratia in cui è avvitata la scheda madre troviamo invece un foro assai interessante attraverso il quale è possibile smontare quei dissipatori del processore che in mancanza di tale foro richiederebbero la rimozione della scheda madre per poterlo fare. Insomma: invece di smontare quasi tutto il computer per cambiare la ventola del processore, lo puoi fare in cinque minuti!
In dotazione al gladiator 600 ci sono due ventole ma ne può ospitare addirittura cinque. In internet ho trovato una descrizione che su questo aspetto lasciava un po’ a desiderare e anche la recensione di cui ho fatto cenno in questo articolo non descrive tutti i dettagli come invece trovi qui sotto. Sul pannello sinistro del case possono essere montate due ventole da 12 o 14 cm. I fori di areazione di questo pannello hanno le stesse dimensioni di quelli del pannello sinistro del centurion 5 e quindi un po’ stretti ma non tanto come quelli di certi cabinet (mi riferisco in particolare ha due vecchi case che ho). Ma in questo caso i fori un po’ stretti non costituiscono un problema visto che in quegli alloggiamenti non si possono montare ventole da 8 cm le quali, come abbiamo visto in passato, al di là della rumorosità dichiarata producono un bel rumore quando l’aria passa attraverso fori stretti con una certa forza a causa della velocità della ventola. Montando una ventola da 12 cm sul pannello sinistro, possiamo adoperare il filtro visto sopra fatto come una minizanzariera con quattro fori per le viti in modo da interporlo tra la ventola ed il pannello sinistro per far sì che la polvere non venga aspirata dall’esterno del cabinet. Non ho provato questo montaggio e mi viene il dubbio che nel farlo si aumenti il rumore della ventola a causa dei piccoli fori del filtro. L’alloggiamento del pannello posteriore può ospitare una ventola da 8, 9 e 12 cm (peccato che non se ne possa mettere una da 14) ed ha fori di areazione un po’ più larghi rispetto al pannello sinistro e tuttavia più stretti del pannello posteriore del centurion 5. Proprio per questo, se si monta una ventola da 8 cm e la si fa girare a 2800 rpm, nel gladiator 600 si avverte un rumore leggermente più forte rispetto a quello che si sente nel centurion 5 con la stessa ventola e alla stessa velocità. Non ho capito la logica di fare i fori più stretti rispetto al centurion 5! A proposito dei fori di areazione, la scorsa primavera ho inviato una richiesta d’aiuto in un forum per sapere se un determinato modello di cabinet Cooler master (modello che ora non ricordo) aveva i fori larghi come quelli del centurion 5 spiegando apertamente che non potevo vedere le immagini. Dall’immagine sembrava che i fori di areazione fossero uguali. Siccome quel modello si faceva un po’ fatica a trovare, per non scocciare il forum sullo stesso argomento ho scritto direttamente alla Cooler master che, rispondendomi in italiano nonostante avessi scritto all’estero, per il mio problema mi ha consigliato alcuni modelli e tra questi c’era anche il gladiator 600 ma nella pratica i fori del pannello posteriore sono risultati più stretti di quelli del centurion 5.
Nota importante: certamente avrai capito che non mi vergogno a dire che sono non vedente e nemmeno a chiedere informazioni quando è necessario. Tuttavia credo sia giusto non aprofittarne e chiedere solamente quando si ha veramente bisogno senza essere invadenti o, peggio, facendoci commiserare perché siamo ciechi come purtroppo a volte fanno certi non vedenti di cui non condivido il modo d’agire.
Il pannello superiore del gladiator 600 può ospitare una ventola da 12 o 14 cm, in dotazione c’è quella da 14 cm, 1200 rpm e 17 dba. Infine abbiamo la ventola anteriore da 12 cm, 1200 rpm e 21 dba con led blu di cui ho già un po’ parlato. L’alloggiamento però può ospitare anche una ventola da 14 cm. Dalla ventola anteriore escono due cavi: uno per la ventola stessa e l’altro per il led che si collega ad un cavo proveniente dal cabinet. In caso di guasto non sei obbligato ad acquistarne una con il led, semplicemente lasci staccato il cavo che proviene dal cabinet. I fori della ventola anteriore sono larghi come quelli del pannello posteriore del centurion 5 ma l’aria deve fare i conti anche con i forellini del pannello frontale del cabinet. Questa ventola spruzza l’aria all’interno del case mentre quella superiore lavora in estrazione. Non sono pwm e quindi hanno tre fili e la regolazione della velocità avviene per il cambiamento di tensione. Sono provviste di adattatore molex-fan che consiglio di non usare e di collegarle invece direttamente alla scheda madre in modo che la loro velocità sia variabile in relazione alla temperatura del pc evitando così del rumore inutile quando non c’è bisogno di molta aria. A tale proposito faccio notare che a fine luglio/inizi agosto di questa estate e a computer appena acceso, una di queste ventole raggiungeva la velocità di 1626 rpm mentre l’altra solo 526 rpm ben al di sotto di quella massima.
Chi non vede, nel fissare la scheda madre a questo cabinet potrebbe incontrare una difficoltà facilmente superabile. Vista la sua disposizione, il bordo superiore della scheda madre si trova vicino alla parte superiore del cabinet dove c’è la ventola. Mi è capitato che una delle viti per fissare la scheda fosse tra il gancetto per la chiusura della memoria e la ventola superiore del case. Con la mano sinistra andavo a toccare dov’era il foro della vite e con la destra tentavo di mettercela tramite il cacciavite ma ero ostacolato dal poco spazio. Così ho tolto momentaneamente la ventola superiore che mi ostacolava e tutto è andato a posto in un attimo. A dire il vero ci sarebbe anche stata un’altra soluzione che però non la ritengo molto idonea perché si rischia di rovinare la scheda madre. Il cacciavite che uso sempre è provvisto di calamita e quindi la vite resta attaccata ad esso e avrei potuto accostarla al foro di fissaggio solo con la mano destra strisciandola sopra la scheda madre per metterla nel posto giusto senza toccare con la mano sinistra. Visto che i punti di fissaggio di una scheda madre avvengono in punti di massa e che questi dovrebbero essere abbastanza ampi, probabilmente non avrei rovinato niente ma per quel che ci vuole a togliere una ventola ho preferito fare così.
Le usb e l’audio di tipo hd o ac’97 del pannello frontale vengono collegati alla scheda madre tramite connettori che entrano in un sol senso come nel centurion 5 e la cosa facilita chi non vede anche se, come abbiamo visto in passato, con opportuni accorgimenti è possibile collegare usb e audio con singoli fili senza vedere colori e scritte. Certo, ci si mette un po’ di più rispetto al tecnico vedente ma la soddisfazione di fare da soli è enorme!
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