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A passeggio con l’ombrello e con il cane

Venerdì 8 gennaio 2010, mattina presto, vento e pioggia. Incurante dell’acqua e del vento freddo, una donna è lì per la via che passeggia con l’ombrello ed il cane coperto da una mantellina (ammesso che i vestiti per cane si chiamino così). Quando l’ho saputo qualcosa mi si è rivoltato dentro. Sì, d’accordo, ognuno fa ciò che crede ma non riesco a stare indifferente quando vedo che l’umanità sta rincoglionendo. Se avessi la vista penso proprio che a caccia non ci andrei. Da piccolo mi incazzavo addirittura perché uccidevano le mosche e piangevo quando facevano altrettanto con le galline. Negli anni ’90, quindi quando ero trentenne, mi hanno chiesto di tenere fermo un tacchino per ucciderlo ma non ce l’ho fatta. Quindi non mi si accusi di mancanza di sensibilità verso gli animali. Il problema è un altro. E’ che oggi gli animali vengono adorati mentre gli esseri umani vengono ignorati o, peggio, sfruttati come macchine. Prova a chiedere un favore da svolgere a casa al caldo d’inverno e al fresco d’estate ed in orari comodi per le persone a cui l’hai chiesto. Prova a chiedere a qualcuno di portarti fuori quando c’è il sole in una giornata tiepida. Spesso avrai la risposta: “Non ho tempo”. Peccato che spesso le stesse persone poi abbiano sempre tempo da sacrificare per il proprio cane infischiandosene altamente dell’orario, del freddo e della pioggia. Peccato che spesso le stesse persone che ti rispondono di non avere tempo poi stiano lì a casa a giocherellare con il cane o a guardare da vent’anni la solita telenovela cretina. Noi portiamo a passeggio i cagnolini perché, poverini, altrimenti in casa si annoiano. Ma chi ci obbliga a tenerli in casa? Per migliaia di anni sono vissuti all’aperto senza conseguenze, per migliaia di anni hanno mangiato gli avanzi del padrone senza che la razza si estinguesse. E perché mai adesso tutto questo non si può più fare? Semplicemente perché abbiamo la mente ipnotizzata dai discorsi cretini che ci vengono fatti da chi ha tutto l’interesse a farli per far crescere il loro profitto. Sono i veterinari, i negozi in cui portiamo il cane a fare la permanente, le industrie che producono scatolette, merendine, biscotti, vestiti e quant’altro per il cane. Tutta gente che guadagna sulla nostra stupidità! Noi portiamo a passeggio il cagnolino, l’extra comunitario ci raccoglie le arance e i pomodori e gli diamo mezzo quattrino. A volte mi chiedo: se una persona scomparsa qualche decennio fa potesse risorgere, cosa penserebbe nel constatare che ci lamentiamo ogni giorno per la crisi ma allo stesso tempo spendiamo un sacco di soldi per i cani, che ci lamentiamo per il poco lavoro ma allo stesso tempo non lo vogliamo e mettiamo gli extracomunitari a raccogliere arance e pomodori dando loro qualche euro e i nostri giovani a spenderne un sacco a spasso e in discoteca fino al mattino? E cosa direbbe nel constatare la sorprendente crescita tecnologica dalle mille possibilità che però allo stesso tempo vengono impiegate malissimo a causa del menefreghismo e della scarsissima umanità di molti? Forse la persona risorta direbbe che siamo cresciuti tecnologicamente ma altrettanto nella coglionaggine.
P.s: un amico, o per lo meno era tale fino a quando non ha letto un mio articolo che l’ha fatto incazzare, quando aveva il gatto faceva a meno di suonare uno strumento musicale perché al micio la musica dava fastidio. D’accordo, ognuno fa ciò che vuole e proprio per questo, nel constatare certe cose, io scrivo ciò che mi pare e chiedo: tenendo presente che quando uno ama i gatti è ovvio che quando ne ha uno sia affezionato ad esso, è giusto esserne condizionati fino al punto di non suonare per non fare un torto al proprio micio? Ed è giusto sacrificarsi per farsi una casa in modo da non avere beghe con i condomini per ogni rumore per poi essere schiavo di un gatto?



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La gabbia

Ho pubblicato per la prima volta questo articolo in marzo del 1999 ed è davvero impressionante come a distanza di più di ventidue anni sia rimasto attuale.
Immagina un giardino zoologico, in mezzo a tante altre vi è una grande gabbia coperta da una rete a maglie larghe anche se molto robusta. Se ti avvicini, puoi vedere benissimo la bestia che vi abita dentro, puoi sentirne l’odore, e, se infili due dita tra la rete, puoi anche toccarla ma……… Attento, potrebbe mordere.