Con la triste vicenda del piccolo Charlie, il bambino britannico nato con una malattia incurabile a cui i medici staccheranno la spina, l’eutanasia ci sta mostrando il suo vero volto: una dittatura feroce, disumana ed agghiacciante. Così come in tempo di guerra si decideva che determinate persone non avevano diritto di vivere e venivano quindi soffocate vive nelle camere a gas, adesso lo Stato, un governo, la Nazione, dei medici e dei giudici decidono chi come e quando uno deve morire; d’accordo, lo si fa con “La dolce morte” e in caso di malattia incurabile però… Senza mettere in dubbio la professionalità dei medici, rammento a costoro che sono esseri umani e che come tali potrebbero anche sbagliare e la cosa è anche più probabile quando al posto di lavorare con dei computer si lavora con persone che, proprio perché tali, hanno un’infinità di variabili che alterano l’evolversi della malattia e nessuna persona è identica all’altra. Ma al di là di questo, perché forzare la morte di un paziente? E perché invece di spendere energie per far morire una persona non si tenta anche l’impossibile per farla vivere? Se oggi la medicina si trova ad uno stato così avanzato è proprio perché nei secoli scorsi qualcuno non si è arreso ed ha fatto il possibile e anche quasi l’impossibile per sconfiggere certe malattie. E’ davvero agghiacciante che non si permetta a dei genitori di portare un figlio in america per tentare di curarlo. Sono cure sperimentali, ed allora? Perché non dare la possibilità di sperimentarle e, in caso di fallimento, d’avere la coscienza a posto potendo dire d’aver fatto tutto ciò che era umanamente possibile? Chi sono i medici, i giudici eccetera per poter vietare una cosa del genere ad un genitore? Riferendosi all’eutanasia, spesso si parla tanto di libertà, di autodeterminazione, di gestione della propria vita e di poter decidere come morire; ed allora perché non si mette in pratica questa libertà ed in caso di malattia incurabile non si lascia al soggetto o a chi ne fa le veci di curarsi come gli pare? Certamente ci sono persone che in buona fede sono favorevoli all’eutanasia per, diciamo così, misericordia, per non far soffrire a lungo eccetera. Personalmente penso che chi sta nelle stanze dei bottoni non abbia nessuna misericordia verso il paziente ma che si tratti invece di una questione di spazio e soprattutto di costi che la sanità deve sostenere per far respirare e dar da mangiare a chi non ce la fa autonomamente. Ma non è agghiacciante dire: “tu ci costi troppo e quindi ti facciamo crepare?” Come mai per portare alla dolce morte Charlie e le altre persone che si trovano in stati di vita simile vengono sedate? Forse perché chi sta nella stanza dei bottoni ha un minimo di misericordia e non vuol far soffrire chi morirà soffocato? Infatti diciamo le cose come stanno: togliere l’idratazione e l’ossigeno significa disidratare e soffocare una persona fino al punto di portarlo alla morte; agghiacciante!
Questo articolo non è il frutto della risonanza mediatica che in questi giorni ha avuto il piccolo Charlie, sono contrario all’eutanasia fin da quando i radicali ne parlavano negli anni ’80 e penso anche a tutti quei pazienti a cui si stacca la spina senza che nessuno dica niente e, anche se con l’eutanasia non c’entra, penso a tutti quegli esseri umani che nell’indifferenza di molti ogni giorno muoiono di fame e per malattie facilmente curabili.
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