In passato abbiamo già visto che un disco Lacie appena acquistato non è subito pronto all’uso ma che bisogna prepararlo con il proprio software o con un altro programma. Succede anche oggi con un disco Lacie usb 3.0 autoalimentato da un tera per il quale sapere il modello esatto significa consultare un’enciclopedia intera! Il codice del prodotto riportato nel sito è:
9000293
modello rilevato da windows:
st1000lm024 hn-m101mbb
modello sulla scatola:
p’9223
quest’ultima sigla viene letta dalla sintesi vocale la prima volta che si collega il disco ad un pentium IV naturalmente fornito con xp ma non la si trova nelle proprietà del dispositivo. La troviamo invece cercando nel registro di xp ma non in quello di windows 7, roba da matti! Nel sito
lacie
la sigla è scritta senza l’apostrofo e comprende vari modelli con capacità diverse.
Come accadeva per il Lacie Rikiki, il disco viene fornito con una piccola partizione in cui troviamo il software per partizionare il disco a nostro piacimento e altre utilità. Per i non vedenti che utilizano windows, non so se sia così anche per il mac, se il software del rikiki era quasi inaccessibile quello attuale è proprio schifoso! Usando Jaws “normalmente”, oltre a non leggere niente a dare una serie d’invii come avevo fatto con il rikiki non ci ricavi nulla ed il motivo si spiega come segue. Dopo qualche vaffanculo che comunque dicevo anche prima che Grillo venisse ad insegnarcelo, mi è venuto in mente che potevo usare la funzione ocr di Jaws con la quale ho ricavato quanto segue: nella prima schermata si dà invio per confermare l’italiano, segue quella della licenza che si accetta con spazio ed invio e in quella successiva spazio tab ed invio per creare le partizioni. Poi c’è la registrazione del prodotto con una schermata con qualche campo letto normalmente da jaws ma non sono riuscito ad annullare la registrazione nemmeno facendo l’ocr e quindi ho chiuso tutto. Ammesso d’aver fatto veramente ciò che il programma prevede di default, cosa per cui nutro dei dubbi, mi sono ritrovato due partizioni: una grande in ntfs in cui vi erano i riferimenti per le icone del disco e una piccola in fat32 con il software lacie ingrandito ma inesorabilmente inaccessibile a chi non vede. Così con Aomei partition assistant ho cancellato tutto e partizionato il disco a mio piacimento e, se sei non vedente, è la cosa che ti consiglio vivamente di fare quando sei in queste situazioni. Per rendere il disco un po’ più veloce, ottimizza la o le partizioni come abbiamo visto nell’apposito articolo.
A parte il software schifoso, ritengo che i dischi Lacie siano molto buoni: rispetto ad altre marche, quando li colleghi al pc partono immediatamente e mantengono una buona velocità addirittura anche con il dos e leporte usb 2.0 e al cavo in dotazione puoi aggiungere una piccola prolunga (vedi più dettagli nell’articolo dedicato al disco Freecom). Sono inoltre più robusti perché rivestiti di alluminio che ne disperde il calore. Certamente costano un po’ più degli altri e forse questo è il motivo per cui in questo periodo se ne trovano pochi e, a quanto pare, il modello citato sopra è di due anni fa. Oggi va di moda la parola risparmio con la quale si affascina la gente mentre a mio avviso risparmiare oggi significa spendere di più domani. Acquistare un oggetto da pochi soldi che poi non soddisfa significa spenderne degli altri per acquistare ciò che era meglio comprare in precedenza con il risultato di una spesa maggiore.