Questo articolo scaturisce da una ricerca in rete fatta su più siti a cui ho aggiunto delle osservazioni personali basate sulla mia esperienza tecnica.
Così come avviene per altri oggetti, per scopo commerciale basato sul profitto di poche persone, le generazioni dei processori Intel cambiano assai velocemente ed attualmente siamo arrivati alla nona… Cosa accadrà quando arriveremo alla centesima? Niente; dopo un po’ avremo ancora i computer lenti a causa delle aumentate dimensioni dei programmi e passeremo alla generazione 101.
Dalla sesta generazione in poi, Intel si è stufata di variare di poco il numero di pin per il socket dei processori lasciandolo invariato a 1151 anche per quelli di ottava e nona generazione e, di primo achito, potresti fare un bel salto sulla sedia per la contentezza pensando alla retrocompatibilità con le schede madri meno recenti ma… Non è proprio così e, come spesso accade quando di mezzo ci sono i soldi, le ragioni non sono nemmeno chiare. Ma andiamo con ordine.
AlL’ottava generazione dei processori Intel è stato dato il nome di coffee lake, lago di caffè. Cosa c’entra il lago di caffè con i processori lo sanno solo gli americani. Per la nona generazione viene adoperato lo stesso nome, vedi il sito gigabyte, oppure coffee lake-s. Entrambe le generazioni usano il socket lga1151 e, così come accadeva per le generazioni precedenti, abbiamo processori celeron, pentium, i3, i5 ed i7 ai quali, solo per la nona generazione, è stato aggiunto l’i9. Come al solito, quando si acquista un processore non si deve tener conto solo che sia un i3, i5 eccetera d’ottava o di nona generazione ma bisogna sapere che, a parità di generazione, esistono più processori i3, più processori i5 eccetera ognuno con caratteristiche diverse. Sempre all’interno della stessa generazione e all’interno della stessa categoria, ad esempio i5, non è detto che un modello con numero superiore abbia per forza maggiori prestazioni in tutte le sue caratteristiche: magari il numero più alto prevede maggiori prestazioni per una determinata caratteristica a scapito di un’altra e Quindi prima dell’acquisto leggi bene tutte le peculiarità e questo lo puoi fare se adoperi internet dove non sei costretto a comprare ma puoi anche andare dal negoziante con le idee assai chiare anche se per lui la cosa sarà fastidiosa più delle zanzare che mi scocciano in queste serate.
Come in passato, il primo dei quattro numeri che trovi dopo il trattino della sigla i3, i5 eccetera indica la generazione del processore; ad esempio, la sigla i7-8700k indica un processore d’ottava generazione perché dopo il trattino abbiamo il numero 8, la sigla i5-9600kf indica un processore di nona generazione perché dopo il trattino abbiamo il nove. La lettera o le lettere poste al termine dei numeri cambiano un po’ il loro significato a seconda della generazione di processore a cui sono applicate anche se qualcosa resta in comune, ad esempio la K indica sbloccato. Tuttavia, invece di star lì a ricordarsi tutte le lettere appartenenti alle singole generazioni, è assai meglio leggere attentamente tutte le caratteristiche del processore che interessa.
Secondo un’informazione trovata in rete, a quanto scritto sopra fanno eccezione i processori i3-8100 e i3-8350k con stepping B0 che appartengono alla famiglia kaby lake-s.
Per me è assai meno chiara l’appartenenza ad una determinata generazione dei celeron e dei pentium ed il sito Intel non mi ha chiarito le idee. Oltre che dalle caratteristiche, personalmente mi baso sulla data di lancio e le date delle recensioni e sui processori compatibili con una determinata scheda. Nei pentium, la lettera g sta per gold e, basandomi sui dati scritti sopra, il G5620 dovrebbe essere di nona generazione mentre il g540 dovrebbe essere dell’ottava ma, ripeto, non ho le idee chiare. La stessa cosa vale per i celeron, ad esempio con la sigla G4950.
I processori Intel coffee lake di ottava e nona generazione ufficialmente sono compatibili solo con le schede che montano la serie di chipset 300; ad esempio di queste fanno parte i chipset z370 oppure lo z390. Rispettivamente sono invece di serie 100 e di serie 200 i chipset z170 e z270. Attenzione che non ho riportato tutta la serie dei chipset, quelli scritti sopra sono solo esempi.
La mancata retrocompatibilità dei processori coffee lake con i chipset di serie 100 e 200 trova conferma se, ad esempio, vai a verificare la compatibilità della scheda madre gigabyte z390 aourus pro wifi notando che è compatibile solo con processori di nona e ottava generazione. Ma è proprio così?
Nota: nel guardare la compatibilità con i processori, fai attenzione che per gigabyte devi fare i conti anche con la versione di bios che, ricordo, è numerato con f1, f2 f3 eccetera.
All’uscita dei processori coffee lake, Intel ha giustificato la mancata retrocompatibilità con la serie di chipset 100 e 200 dicendo che la disposizione dei pin del processore non è elettricamente compatibile. Ditte come asus l’hanno smentita e c’è anche chi propone una modifica al bios per far funzionare i coffee lake con le schede madri apparentemente non supportate e a tale proposito puoi vedere
qui
Non avendo il materiale e, soprattutto, non avendo cognizioni tecniche così elevate, non ho verificato se la cosa funziona; ma perché un sito dovrebbe sputtanarsi così tanto fino al punto di far incasinare le schede madri agli utenti? Non credo proprio! Tuttavia, tanto per ragionare con la nostra testa, proviamo per un attimo a prendere per buono quanto asserito da Intel e chiederci: è necessario modificare la disposizione elettrica dei pin di un processore? Se la cosa avviene, lo si fa solo per una necessità commerciale e non tecnica come spiegato nell’esempio seguente basato su dati fittizzi perché non so cosa esce dal singolo pin di un processore.
Esempio di soli cinque pin prima della modifica:
pin5=massa,
pin6=dati1,
pin7=dati2,
pin8=entrata cache,
pin9=uscita cache;
Dopo la modifica: pin5=uscita cache,
pin6=entrata cache,
pin7=dati2,
pin8=dati1,
pin9=massa.
Abbiamo spostato fisicamente il collegamento elettrico di cinque pin mantenendone la disposizione meccanica e non serve essere un ingegnere elettronico per capire che il risultato elettrico non cambia.