Nota del 2020: parlando con un amico, sono stato stimolato ad inserire questo articolo proprio ora; essendo ad agosto, la prima stesura l’ho fatta più di dieci anni fa quando forse scrivevo in modo un po’ più disordinato ma più spigliato. Nonostante gli anni è un articolo di estrema attualità e ne consiglio la lettura anche agli atei perché, pur se in contesti diversi, non basta essere atei per essere immuni da certi giochetti psicologici.
Scrivo queste note con il rammarico di chi è costretto a dissentire nei riguardi di certi atteggiamenti che purtroppo si verificano all’interno della chiesa e con l’atteggiamento di chi non si diverte affatto ad affrontare certe cose. Purtroppo però a volte bisogna anche dire ciò che non fa piacere e ciò che non vorresti mai fosse necessario dire. Dirò quello che penso basandomi sulla mia esperienza e senza mezzi termini come al solito. Anche se non sarebbe il caso di farlo, intendo precisare che non sono un esperto di teologia e religione, scrivo semplicemente quello che mi sento di scrivere con l’intento di mettere in guardia le persone da un fenomeno che a mio avviso è molto preoccupante. Siccome, come al solito, porterò degli esempi concreti e non solo dei discorsi teorici, mi baserò anche sulle omelie che ho sentito che ovviamente sono pubbliche e quindi criticabili pubblicamente.
Non nutro alcun rancore personale contro il prete/psicologo citato nell’articolo e tra l’altro non potrebbe essere altrimenti visto che, nonostante frequenti la sua parrocchia da anni, forse non arrivo ad averci parlato dieci volte. Questa non è stata una mia decisione, non so se lui abbia deciso così o se le cose stiano semplicemente così e basta. Se da un lato mi dispiace che non ci siano stati dei contatti umani, dall’altro questo mi dà il vantaggio di non poter essere accusato di parlare in un certo modo a causa di screzi personali.
Anche se non me la sono andata a cercare di proposito, dai primi anni 2000 ho avuto modo di fare l’esperienza raccontata di seguito toccando con mano quanto annunciato nel titolo: la sostituzione del soprannaturale con la psicologia. Intendiamoci bene: Dio è un “Grande Psicologo”, infatti chi meglio di Lui che l’ha creato e voluto può conoscere l’animo umano? Nessuno. Ma proprio per questo, credo sia blasfemo sminuire il Vangelo ad un semplice libro di psicologia scritto da mano umana togliendo ad Esso il soprannaturale come se si stesse consultando un testo di Freud, From o qualsiasi altro grande della psicologia. Questo atteggiamento all’interno della Chiesa non è solo di questi ultimi anni, probabilmente è cominciato dopo il concilio o forse anche prima, e lo si trova in diverse parrocchie ed in internet dove è portato avanti in maniera subdola. Probabilmente per non incorrere nei rimproveri dei superiori o forse più semplicemente perché certe persone sono fatte così, in internet puoi trovare certi preti che ti spiegano il Vangelo con frasi ambigue, con frasi in cui si dice e non si dice, con discorsi ai quali è possibile dare più significati. Insomma, sono discorsi e spiegazioni che più che ad un prete si addicono ad un politico o a quei psicologi che, giocando con la psiche dei loro interlocutori, hanno commesso delle malefatte enormi (la storia della ex Jugoslavia degli anni ’90 ne è un esempio palese). Diffida sempre di chi ti spiega il Vangelo con frasi ambigue o con il doppio senso, chi è in buona fede cerca di parlare chiaro e non teme le critiche dei superiori. Non getta il sasso per poi ritirare la mano, non dice frasi ambigue in modo da poter dire, se necessario, che sei stato tu a non capirle. In fin dei conti Gesù non era così, anzi! Addirittura, per farsi capire meglio, parlava con delle parabole e non faceva discorsi ambigui o adatti ai “Sapienti”, li faceva per tutti e per seguirlo bisognava essere “Semplici” che non significa affatto essere superficiali o creduloni, significa, ad esempio, dire pane al pane e vino al vino senza arrampicarsi sugli specchi oppure senza estrapolare una parola dal Vangelo ed esaminarla al di fuori del contesto in cui è stata detta solo per portare avanti le proprie idee. Con la scusa che la Chiesa deve rinnovarsi, di essere progressisti, di non essere creduloni, di essere al passo con i tempi eccetera, certi preti snobbano il soprannaturale e certe Verità di Fede lasciando spazio alla religione umanitaria, al buonismo e alla psicologia. Non sono contrario al nuovo e se c’è una persona che non prende tutto per oro colato quella sono proprio io, ma è proprio perché non sono un credulone che metto in discussione le omelie e le spiegazioni di certi preti.
Ecco una metafora che spiega esattamente come la penso. Immagina un grande albero di ciliegio in cui ogni anno crescono nuovi rami, foglie nuove, nuovi fiori che poi diventeranno frutti saporiti. Non tutti i frutti sono buoni, qualcuno è bacato, qualche altro cade ma nella maggioranza sono delle ciliegie saporite. In certi casi però, da un frutto bacato che cade può nascere un nuovo ciliegio. Qualche ramo si spezza ma altri rami nuovi crescono e la pianta continua ad esistere e ad inrobustirsi. Tutto questo accade perché ci sono le radici ben solide che succhiano il nutrimento dal terreno e tengono ben salda la pianta quando soffia il vento. Tagliando qualche ramo la pianta continua a vivere ugualmente, ma se tagliamo le radici la pianta rinsecchisce immediatamente assieme ai suoi frutti e smette di esistere. La chiesa è come una grande pianta con i suoi rami nel mondo e con i suoi frutti che equivalgono al bene che riesce a compiere. Qualche frutto è marcio ma sono comunque una minoranza. Ma se alla chiesa tagliamo le radici, ossia le Verità di Fede che da secoli vengono professate, essa smetterà di esistere perché è da queste che prende il nutrimento per i nuovi rami e i nuovi frutti. Quindi io non sono contrario al nuovo, Dio ci ha dato l’intelligenza per approfondire le cose ed è ovvio che si debba interpretare il Vangelo con i mezzi e le capacità attuali e non con quelli di duemila anni fa. Ma dovrebbe essere altrettanto ovvio che interpretare il Vangelo rinnegando ciò che ci è stato tramandato significa tagliare le radici alla pianta per farla morire.
Chi mi conosce sa che a me questi discorsi teorici, anche se in questo caso necessari, piacciono poco; preferisco quelli concreti e quindi vediamo subito a quali Verità di Fede mi riferisco. Comincio ponendoti queste domande:
1) Esistono gli Angeli?
2) Esiste Satana con i suoi Demoni?
3) Gesù ha fatto miracoli? Ha davvero tramutato l’acqua in vino? Moltiplicato i pani ed i pesci, calmato la tempesta ed il vento, resuscitato la bambina e Lazzaro?
4) Gesù è davvero risorto con il corpo ed apparso agli apostoli?
5) Oggi si verificano ancora dei miracoli?
Come hai risposto? Se sei ateo probabilmente hai risposto no a tutte le domande, se hai una fede scarsa probabilmente hai risposto qualche sì e qualche no o sei stato incerto. Ti faccio un’ultima domanda: un Sacerdote con la S maiuscola, come deve rispondere? Bada bene che non ho detto come dovrebbe, ho detto come deve ed il motivo lo spiego subito.
Un Sacerdote con la S maiuscola sicuramente ha risposto Sì a tutte le domande non tanto per non mettere in discussione ciò che gli viene detto ma semplicemente perché uno non dovrebbe farsi prete quando nutre dei dubbi su certi argomenti. Altri preti con la p minuscola che invece di dedicarsi in primo luogo alla cura delle anime svolgono soprattutto l’attività di politici o di psicologi camuffati da preti, magari hanno risposto anch’essi sì ma con dei distinguo. Infatti per questi preti certe Verità di Fede sono solo un simbolo. La Bibbia è piena di simboli che vanno interpretati e non sarò certo io a darne spiegazione, ma i simboli vanno interpretati alla luce della Fede senza badare agli interessi di certi teologi moderni che scrivono libri con l’intento di screditare la Chiesa. Ma la Bibbia contiene anche dei fatti reali e concreti ai quali se uno non crede è meglio che non si faccia prete.
Durante la spiegazione del Vangelo mi è capitato di sentire: “Questo fatto non è storicamente provato”. Senza sminuire il Vangelo ad un libro di storia o di cronaca, io dico: “Non ti bastano i quattro Vangeli come prova storica? Non ti basta che certi fatti siano riportati da più di un evangelista anche se scritti in epoche diverse? Non ti bastano le ricerche storiche ed archeologiche sulla Bibbia? Per essere certo della veridicità dei Vangeli hai forse bisogno di chi a volte si improvvisa esperto di religione come Corrado Augias che quando mi capita di sentirlo in televisione mi fa venire tanta tristezza?
Le domande sugli Angeli e su Satana che ti ho posto non sono state messe per prime a caso. L’ho fatto perché secondo me questo è un argomento molto importante che se non viene capito viene a mancare tutto il resto. Se non si comprende che al mondo è in atto una battaglia tra il bene ed il male e che, tentati da Satana, spesso scegliamo il male camuffato da bene che Satana ci offre oppure che ci sono persone che scelgono deliberatamente di seguire Satana, allora tutto il resto non ha senso. Per il prete/psicologo di cui ho ascoltato le omelie in questi ultimi anni e per tanti altri come lui, gli Angeli e i Demoni sono solo il simbolo del bene e del male e con la deformazione professionale di uno psicologo dice che i demoni sono la rabbia che abbiamo dentro. Beh, se fossero solo questo si potrebbe stare abbastanza tranquilli visto che si possono sempre ricercare le cause per cui uno è perennemente incavolato e, alle brutte, gli si può sempre dare qualche pastiglia per addormentarlo. E si potrebbe stare anche abbastanza tranquilli perché, in fin dei conti e anche se non ci pensiamo quasi mai, nel lasciarsi sedurre dal male che Satana propone camuffato da bene non metteremmo in gioco la nostra vita eterna, ossia la cosa più importante che abbiamo anche se spesso, e parlo soprattutto per me, non ce ne rendiamo conto. E del resto per certi preti l’inferno non esiste, è solo un simbolo oppure è vuoto. Beh, se fosse davvero vuoto tanto valeva averlo creato!
Ecco cosa scrive don Gabriele Amorth nel suo libro “Un esorcista racconta”:
“Errano completamente quei teologi moderni che identificano Satana con l’idea astratta del male: questa è autentica eresia, ossia è in aperto contrasto con la Bibbia, con la patristica, con il magistero della Chiesa”.
Questa non è semplicemente l’opinione di un sacerdote, è quanto ci insegna il catechismo della Chiesa cattolica e quando non ci si crede, per coerenza con sé stessi e per non danneggiare le anime altrui, credo sia giusto non farsi prete e portare avanti le proprie convinzioni in sedi differenti dalla chiesa che invece viene usata come copertura e camuffamento. Un conto è non condividere una quisquiglia, un altro è non condividere le basi della fede che la chiesa professa. Al bar sono disposto ad ascoltare qualsiasi opinione, quando vado a messa esigo che il sacerdote insegni la dottrina approvata dalla chiesa alla quale ha fatto voto di obbedienza.
Ecco i giochetti psicologici da quattro soldi che vengono messi in atto da chi desidera convincere le persone che certe Verità di fede sono solo un simbolo. Innanzitutto, anche se non ho controllato tutte le pagine perché mi viene il mal di pancia, in internet non si parla così esplicitamente come si fa in chiesa perché, Salvo stupide eccezioni, a messa non ci si va con il registratore e quindi, in caso di contestazione, si può sempre dare la colpa a chi contesta dicendo che non ha capito il senso del discorso. Una costante che ho sentito in questi anni è quella che non si devono avere pregiudizi e chiusure. Combattere i pregiudizi e le chiusure penso sia una cosa saggia ma, per i motivi spiegati di seguito, il martellare costantemente le persone su questo o altri difetti produce l’effetto opposto e serve solo a far sì che le persone assecondino le idee di chi li sta martellando. Mi spiego. A nessuno piace avere dei difetti, una parte di noi desidererebbe essere perfetta anche se sappiamo bene che non lo saremmo mai. Martellare costantemente la gente su determinati difetti, ed in questo caso sui pregiudizi e le chiusure, non solo fa sì che le persone con scarsa autocritica, quelle superficiali o pigre si autoconvincano d’avere quei difetti più di quanto hanno in realtà, ma fa anche in modo che pur di non avere quei bruttissimi difetti che il prete/psicologo continua ad appioppare loro, lo assecondino nelle idee anche se un po’ controvoglia andando contro sé stessi. Dentro di loro più o meno dicono: “Eh, hai sentito cosa dice il prete? Non bisogna avere pregiudizi ed essere chiusi, sì, non è che mi piaccia tanto ciò che dice però… Massì, in fin dei conti non bisogna avere pregiudizi. E poi senti come parla bene, predica come un Vescovo, sa il greco, gli basta una parola del Vangelo per fare quasi una predica, è un esegeta non un prete, lui sì che approfondisce le cose, bisogna aprirsi al nuovo, non vorrai mica che si faccia come certi preti vecchi che ci dicono di dire il rosario, massì, basta con le solite cose vecchie, siamo negli anni 2000 e la chiesa deve essere aperta al nuovo come dice il nostro prete, massì, è proprio bravo, devo proprio aprirmi e non avere più tutti questi stupidi pregiudizi”.
Combattere i pregiudizi è giusto, martellare le persone su un difetto non lo è, ed uno psicologo lo dovrebbe sapere e forse lo sa e utilizza questa tecnica proprio per portare le persone dalla sua parte. Ecco qualche esempio che dimostra la mia tesi. In passato c’era un ragazzo che non era certo una cima nel suonare il pianoforte e gli insegnanti, che spesso sono delle carogne, lo martellavano sempre dicendogli che suonava male, male ed ancora male. Il risultato è stato che alla fine invece di suonare male in effetti suonava malissimo. Il ragazzo però era anche testardo e, fregandosene altamente di ciò che le carogne gli dicevano, è andato a studiare da un’altra parte diplomandosi a pieni voti. Per quanto di manica larga possano essere stati gli insegnanti della seconda sede, è ovvio che dal suonare malissimo al diplomarsi con pieni voti passa una bella differenza! Nella seconda sede non c’era nessuno ad autoconvincere il ragazzo di non essere capace di suonare e così ha potuto tirare fuori ciò che aveva dentro. Federico, (nome di fantasia ma persona reale), era contrario a ciò che sentiva dal prete/psicologo ma a poco a poco… Si è aperto come si apre una noce di cocco quando la pigli a martellate! Adesso lo difende a spada tratta senza mettere minimamente in discussione ciò che il prete/psicologo dice. Quello che un tempo detestava adesso gli piace. Faccio notare la differenza tra il legittimo cambio di opinioni e l’accettare acriticamente le cose da parte di questo signore. In pratica il prete/psicologo gli ha fatto il lavaggio del cervello e questa è una cosa che non si dovrebbe mai fare. Non sono volutamente entrato nei particolari di questo esempio perché dovrei raccontare cose molto personali della persona ed allora…
A proposito degli Angeli e dei Demoni riporto a braccio le frasi che ho sentito: “Un tempo si parlava degli Angeli come esseri con le alette, adesso si parla di esseri che vivono nello spazio ma, insomma, non siamo mica dei creduloni”. Ed ancora: “Un tempo si credeva al diavolo con le corna eccetera… Ma insomma, non siamo mica dei creduloni”. Poi, a seconda delle occasioni, ho sentito parlare degli Angeli e dei Demoni con discorsi astratti che non sono nemmeno capace di riportare e sono contento così perché a me non piacciono i discorsi di chi si arrampica sugli specchi per dimostrare qualcosa. Si farebbe meglio a parlare apertamente dicendo che non si crede agli Angeli, ai Demoni e al catechismo della Chiesa cattolica e negli avvisi parrocchiali sostituire l’orario delle messe con quello di una terapia psicologica di gruppo. Una volta tramite email ho contestato il prete/psicologo su questo argomento invitandolo anche a parlare apertamente perché credo siano davvero poche le persone che dopo la messa vadano a consultare i paragrafi del catechismo della Chiesa cattolica. In maggioranza dicono: “Eh, se l’ha detto il prete…”. La sua risposta è stata che bisogna vedere cosa il catechismo intende dire. Visto che l’attuale papa ha contribuito alla sua stesura, sfido questo prete a chiedere udienza al Pontefice per chiederglielo.
Le frasi rivolte alle persone in cui si parla di Angeli con le alette eccetera, sotto sotto contengono un giochetto psicologico visto che la persona di cultura media o quella che non ha voglia di star lì tanto a riflettere dice: “Eh, sì, non vorrai mica credere a quelle baggianate che ci insegnavano una volta, le alette, le corna…”. In realtà gli Angeli, esseri con volontà propria e privi di materia, non sono legati al tempo e allo spazio e quindi non hanno bisogno di ali per muoversi. Le ali sono una rappresentazione e nulla più. Il Diavolo è un Angelo decaduto e quindi anch’esso privo di materia e, visto che una delle sue peculiarità è quella d’essere menzognero, con molta probabilità si presenterebbe come un essere “bello” in modo da poterti ingannare. Quasi sicuramente non si farebbe vedere con le corna le quali sono una sciocca rappresentazione popolare. Per quanto riguarda poi gli Angeli che vivono nello spazio, quella non è religione ma fantascienza. Nei libri di star trek vive nello spazio un essere dotato di intelligenza superiore agli uomini non legato al tempo e con capacità notevoli dal nome Q e non fa altro che tormentare e mettere alla prova il capitano Picard dell’astronave Enterprise. Ma questa è fantascienza e la gente lo deve sapere.
Ascoltando le trasmissioni di don Gabriele Amorth si nota che per fortuna la possessione diabolica è molto rara anche se, quando c’è, è una manifestazione molto evidente del maligno. In diversi casi però il soggetto è affetto solo da mali psichici e fisici, a volte sono malattie conosciute dalla scienza medica mentre in altri casi si tratta di malattie non ancora catalogate dalla scienza medica ma per le quali il soprannaturale non c’entra. Come vedete, don Gabriele Amorth e la Chiesa sono molto cauti e precisi ed è giusto così. Ma visto che le possessioni diaboliche esistono e visto che, anche se pochi in Italia e nel resto del mondo esistono anche gli esorcisti, invito quei sacerdoti che considerano il maligno solo un simbolo del male ad assistere agli esorcismi, almeno potranno parlare basandosi su ciò che hanno visto e non solo su ciò che hanno letto in libri cretini. E poi mi piacerebbe che il prete/psicologo mi spiegasse come fa il nostro cervello a parlare perfettamente e con inflessioni dialettali una lingua di un luogo in cui non si è mai stati. Non sto parlando di imitazioni “alla Fiorello”, parlo di inflessioni dialettali realmente riconosciute da chi abita in determinati luoghi.
Importante: quando parlo di esorcisti intendo quelli nominati dal Vescovo di zona e non quelli che si dicono tali ma che in realtà sono solo dei ciarlatani per spillare soldi alla gente.
Ma visto che assistere ad un esorcismo può essere un’esperienza valida ma anche traumatica, in alternativa, e questa volta per tutti, consiglio la lettura dei libri seguenti:
Allegri Renzo: Cronista all’inferno; mondadori marzo 1990 (non so se ne esista un’edizione più recente);
Amorth Gabriele: Un esorcista racconta;
idem: Nuovi racconti di un esorcista;
idem: esorcisti e psichiatri;
Michela, fuggita da Satana. Piemme 2009.
Pur non prendendo tutto per oro colato ciò che viene scritto nei libri, per indole personale sono maggiormente portato a credere a chi mi racconta delle esperienze facilmente controllabili come quella di un esorcista piuttosto a chi scrive delle teorie con delle belle parole e basta. Se devi farti operare la pancia, penso che tu preferisca andare da chi ogni giorno tiene in mano il bisturi e non da chi scrive delle belle teorie che, anche se fossero veritiere, mancherebbero comunque dell’esperienza pratica. Ed un sacerdote non è forse il medico delle anime? Ed allora, se tanto mi dà tanto, credo a quei sacerdoti che “si sporcano le mani” e che vanno a trovare gli ammalati negli ospedali, i carcerati, che fanno esorcismi eccetera piuttosto a chi si basa solo sui libri cretini e continua a fare dei bei discorsi che lasciano il tempo che trovano. Un Sacerdote con la S maiuscola non lo distingui dai bei discorsi, lo noti dalle piccole cose quotidiane.
Per certi sacerdoti i miracoli descritti nel Vangelo sono solo un simbolo. Ma voi pensate davvero che all’epoca di Gesù la gente parlasse di Lui dicendo che fa miracoli senza vederli concretamente? Ve la immaginate la gente di 2000 anni fa che si basa solo su dei bei discorsi come spesso invece facciamo noi standocene seduti comodi in poltrona davanti ad un televisore o a un computer? Io sinceramente no. In una omelia ho sentito: “Guardate che Gesù non aveva il potere di fermare il vento, no, Gesù non era così”. Lungi dal considerare Gesù come un mago o un prestigiatore, lungi dal considerare il Vangelo come un semplice libro di cronaca e lungi dal sminuire un miracolo ad un semplice segno fisico, chiedo a questi sacerdoti chi si credono di essere per mettere dei limiti a Dio e a Suo Figlio. Il fatto è che per certi sacerdoti Gesù era sì un grande uomo ma limitato come tutti gli esseri umani. Ecco come vengono interpretati alcuni miracoli.
- La moltiplicazione dei pani e dei pesci non è avvenuta, è solo un simbolo per dirci che i beni materiali vanno condivisi e quando questo avviene si possono fare grandi cose. Quel giorno non è avvenuto un miracolo, ci sono state tante persone che hanno messo in comune la cena portata da casa. Poco ci manca che si dica d’averla comprata al supermercato o tolta dal congelatore!
- La bambina non è realmente resuscitata, era morta dentro e Gesù le ha dato la voglia di vivere. Qui c’è una contraddizione: da un lato si nega il miracolo, figuriamoci se Gesù era capace di resuscitare i morti! Dall’altra sembra ci sia stato. Infatti, e uno psicologo lo sa, per chi è morto dentro non basta certo qualche parola di conforto per fargli ritornare la voglia di vivere. La terapia richiede tempi lunghi e se Gesù è riuscito a rinvigorirla subito… Ma davvero 2000 anni fa c’erano persone morte dentro ossia con la depressione? Sinceramente faccio fatica a crederci. Poco ci manca che ci dicano che la bambina era arrabbiata con la mammina perché non le permetteva di mettere i pantaloni a vita bassa!
- Lazzaro non era realmente morto, era semplicemente oppresso dalle due sorelle. qui si cade proprio nel ridicolo. Le condizioni delle donne di 2000 anni fa non erano certo tali da poter opprimere un uomo fino al punto da farlo morire dentro!
Certamente i miracoli hanno un significato molto più profondo di un banale fatto di cronaca per quanto strabiliante possa essere, ma togliere il fatto significa rinnegare il Vangelo e questa è una cosa che nessuno può permettersi di fare e tanto meno un prete. Anche se la Chiesa è molto cauta e prima di pronunciarsi esegue molti controlli medici e di altro tipo ed inoltre attende sempre che il fatto si sgonfi dall’emotività, i miracoli esistono anche oggi e un sacerdote fedele alla Chiesa non lo nega. Il miracolo è un segno ed ha un significato che va ben al di là dell’aspetto fisico ma rinnegare quest’ultimo è andare contro la fede.
Un’obiezione che ho sentito come commento al fatto che Gesù guariva gli ammalati è questa: “Non crediate che all’epoca di Gesù fossero tutti ammalati”. Invito questo prete/psicologo a non avere pregiudizi come dice sempre lui e a recarsi in Africa dove potrà grosso modo vedere come si viveva 2000 anni fa quando non c’era il 118 e l’aspirina, quando uno poteva fare infezione per un semplice taglietto e per mancanza d’igiene. Vedrà che in certe zone per avere un po’ d’acqua bisogna fare tanti chilometri a piedi eccetera. Ed allora si renderà conto di quante persone ammalate ci sono e quanto fuori luogo siano le sue teorie da salotto.
Per certi sacerdoti Gesù non è risorto con il corpo e quindi non è apparso realmente agli apostoli i quali l’hanno sentito “vivo” così come oggi lo possiamo sentire “vivo” dentro di noi. Eliminando la resurrezione di Gesù con il corpo, si toglie la base della fede cristiana. Infatti, se Gesù è morto come è capitato di morire a mio nonno, allora tanto vale star lì a perderci del tempo visto che si tratterebbe semplicemente di un grande uomo che ha fatto dei bei discorsi e che ha cercato d’andare controcorrente come hanno fatto altri grandi della storia ma restando comunque uomini e non il Figlio di Dio. Questo è ciò che credono gli atei ma non chi ha un minimo di fede. Anche la morte in croce, se non è vista con gli occhi della fede, è per certi aspetti un qualcosa di banale nel senso che all’epoca le persone venivano giustiziate in quel modo e uno più uno meno… Ma le cose non stanno così, Gesù è realmente risorto e la sua morte in croce ha un significato molto profondo ed un sacerdote fedele alla Chiesa lo dovrebbe sapere.
In questo articolo ho criticato il prete/psicologo al quale però va dato anche qualche merito per il quale potrei portare diversi esempi ma per brevità ne riporto uno solo senza entrare in dettagli personali. Da sempre io e mia sorella non siamo andati d’accordo. In passato un po’ ne intuivo i motivi, poi, grazie alle trasmissioni radiofoniche di pedagogia di Pietro Lombardo, ho capito un po’ meglio le cose che poi ho approfondito e ripassato con le omelie del prete/psicologo che ringrazio.