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Computer, hardware e software

Ssd m.2 PCIe NVMe ed il software

Con la mia scheda madre, l’ssd m.2 PCIe NVMe Intel 660p viene visto senza essere attivato da bios e riconosciuto da freedos ed image for dos anche se quest’ultimo non ne visualizza il modello e, stranamente ed indipendentemente dal canale in cui collego un altro disco sata, l’ssd m.2 viene rilevato come ultimo disco. Ad esempio, se nel computer oltre all’ssd m.2 vi è un disco sata e lo avvio da chiavetta dos, le unità sono:
chiavetta=disco 0,
disco sata=disco 1,
ssd m.2=disco 2.
L’installazione di windows 10 avviene come per qualsiasi altro disco e quindi può essere fatta con o senza la piccola partizione di sistema e, se la scheda madre prevede la modalità csm, anche in modalità legacy usando il tradizionale mbr; non ho provato la configurazione gpt che non dovrebbe dare problemi per l’installazione del sistema operativo mentre per quanto dirò poi la cancellazione completa è più difficile. Quando nel computer vi è solo l’ssd m.2, ovviamente diskpart di windows lo vede come disco 0; ricordo infatti che la numerazione di diskpart parte da 0. Indipendentemente dal canale usato, Se collego anche un disco sata l’ssd m.2 viene rilevato sempre col numero superiore e quindi, in questo caso, come disco 1; non so se vi sia la possibilità di regolare il bios in modo che l’ssd m.2 diventi il disco 0. Aomei partition assistant vede i dischi allo stesso modo anche se la numerazione di essi parte da 1 e quindi l’ssd m.2 sarà visto come disco 2. Diskpart di windows, e probabilmente anche aomei partition assistant con cui non ho fatto questa prova, non cancella l’ssd m.2 perché in uso dal sistema. Ma visto che l’ssd m.2 era configurato con il classico mbr, l’ho potuto cancellare con il programma omonimo di Terabyte avviando il pc tramite una chiavetta con freedos. Ma se l’ssd m.2 fosse stato in gpt, come avrei fatto a cancellarlo completamente e soprattutto correttamente? Naturalmente non avrei potuto adoperare il programma mbr di Terabyte che cancella correttamente solo i dischi in mbr e non avrei potuto usare diskpart di windows perché il disco era adoperato dal sistema. In questi casi, l’ideale per cancellare i dischi di sistema è di portarli in un altro pc collegandoli ad una porta usb in modo che vengano visti come un disco esterno qualsiasi e non come un disco di sistema ma in questo caso non so se da qualche parte vi sia un adattatore per poterlo fare. Un’altra soluzione potrebbe essere quella d’avviare il pc tramite una chiavetta linux e cancellare l’ssd m.2 in quel modo ma è un qualcosa che non ho sperimentato.
Nota del 2021: un’altra cosa che non ho sperimentato è quella di cancellare il disco avviando la chiavetta d’installazione di windows 10 con la quale non ci dovrebbero essere problemi.
Anche dopo gli aggiornamenti, per l’ssd m.2 PCIe NVMe Intel 660p, windows 10 inserisce un driver vecchissimo del 2006 apparentemente assai obsoleto e che tuttavia, almeno per le funzioni principali svolte, sembra funzionare. Ma forse è meglio installare il driver scaricandolo dal sito intel, cosa che purtroppo windows 10 non fa da solo. Per il disco scritto sopra nel sito intel trovi sia un eseguibile valido per 32 e 64 bit che due file zip, uno per i 32 e l’altro per i 64.
Ho provato ad installare il driver solo con i 64 bit e l’installazione tramite l’eseguibile non richiede spiegazioni. Peccato che al riavvio del pc si è imballato tutto e l’ho dovuto spegnere brutalmente dall’alimentatore e che al sucessivo avvio sia capitata la stessa cosa e che si sia avviato correttamente e stabilizato solo al terzo tentativo. Sarà stata per un’incompatibilità di jaws di aprile 2019 che avevo all’avvio o per qualche altro motivo? Le installazioni fatte con i problemi scritti sopra non mi piacciono per niente e così ho ripristinato il sistema con image for dos, e e visto che l’eseguibile mi ha dato problemi ho scompattato il file zip per i 64 bit ed installato il driver da Gestione dispositivi, Controller di archiviazione in cui ho scelto il secondo elemento ossia Controller standard nvm express e dal menu di contesto cliccato su aggiorna driver. Quindi si clicca sul pulsante Cerca il software del driver nel computer, gli si dà il percorso in cui cercarlo che ovviamente sarà la cartella in cui abbiamo scompattato lo zip e si clicca su Avanti, poi su Chiudi e si riavvia; in questo caso non ci sono stati problemi. L’unico cambiamento che noti in Gestione dispositivi è il nome del secondo elemento in Controller di archiviazione che diventa intel(r) 660p series con un driver del 2019 stranamente posizionato in
\windows \system32\drivers
anche se hai installato quello per i 64 bit. Per il resto il disco è gestito con i vecchissimi driver di windows 10 risalenti al 2006 quando non c’era ancora windows 7. Hai capito a cosa servono gli aggiornamenti di windows?
Come abbiamo visto
nell’articolo precedente,
l’ssd m.2 con cui ho fatto la prova è più veloce di un normale ssd sata III e vi sono ssd m.2 ancora più veloci. Naturalmente tale velocità la si nota quando copi diversi giga di dati da cartella a cartella posta sullo stesso disco m.2 perché, se ad esempio copi da disco esterno a disco m.2, ovviamente devi fare i conti anche con la velocità di lettura del disco esterno. Tornando alla copia da cartella a cartella sullo stesso ssd m.2, ho trovato un rallentamento saltuario le cui cause sono un po’ difficili da trovare proprio a causa della saltuarietà. succede che la copia di circa 31 giga di dati avvenga rapidamente per circa il 70 per cento o anche fino al 90 per cento per poi rallentare; mi è sempre capitato con jaws e mai con NVDA e quindi forse ci potrebbe essere un’incompatibilità saltuaria tra jaws di aprile 2019 e l’ssd M.2 ma ovviamente la cosa richiede ulteriori verifiche.


Di Franco (moderatore)

Appassionato di radio ed elettronica fin da bambino, in età adulta mi sono dedicato molto al computer e qui trovi alcune delle mie esperienze con l'aggiunta di temi di attualità che mi sono cari.

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